Un tempo c’era il telelavoro, ovvero la possibilità di prestare il proprio operato per l’azienda da remoto, da una postazione fisicamente collocata in un posto diverso dall’ufficio. Oggi si parla invece di smart work (o smart working), ovvero di lavoro flessibile, non solo come modalità operativa, ma come un vero e proprio cambiamento che coinvolge i mezzi, i tempi e la retribuzione, premia il merito e permette alle donne che lavorano di non rinunciare alla famiglia.
Come funziona
Alla base dello smart work, c’è l’esigenza di delineare
I vantaggi
Che i risvolti positivi siano notevoli e non riguardino solo i lavoratori è dimostrato dal fatto che molte grandi aziende hanno adottato questa modalità operativa già da qualche anno (ad esempio, la Barilla a partire dal 2013), investendo cifre ragguardevoli in formazione di manager e dipendenti, ma ottenendo per contro un aumento di produttività con punte del 50%. A dirlo è l’Osservatorio sullo smart working, che monitora e agevola la diffusione di questa modalità. A trarre maggiore vantaggio sono sicuramente le donne, che non saranno più costrette a scegliere tra la carriera e il tempo passato in famiglia. Il beneficio di raggiungere un migliore equilibrio tra privato e professionale è valido comunque per tutti perché, per una volta, è il lavoro che si adatta alle esigenze dei singoli e non viceversa. Si può ad esempio decidere di lavorare da casa se il bambino ha la febbre o se la scuola è chiusa e non c’è nessuno a cui affidarlo. Inoltre, lo smart work aumenta la creatività, stimola l’iniziativa e favorisce la collaborazione, migliorando i rapporti interni e, di conseguenza, anche l’ambiente lavorativo.
La retribuzione
Contrariamente alle aspettative, maggiore libertà d’azione non corrisponde a uno stipendio più basso. La formula dello smart work prevede una retribuzione composta da una quota fissa ed una variabile, che dipende cioè dai risultati raggiunti ed è quindi a vocazione fortemente meritocratica. Individuare con precisione i parametri oggettivi cui legare l’incremento non è sempre semplice, ma nemmeno impossibile. L’esempio ormai noto è quello di BMV, che prende in considerazione anche il numero di email e di sms verso i clienti inviati fuori dall’orario d’ufficio.
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