Il pettegolezzo è una vera e propria forma di comunicazione che, come tale, è presente da sempre in ogni ambito della vita umana e quello lavorativo non fa eccezione. Capita spesso di ritrovarsi in situazioni difficili o imbarazzanti a causa di voci messe in circolazione ad arte che, di solito, mirano a minare la credibilità di qualcuno.
Per sua natura, questo genere di affermazioni dovrebbe essere lasciato cadere nel vuoto, dato che tutti sappiamo quanto poco valore abbia, ma non sempre è così; anche in ufficio, dove si presume che tutti siano adulti e quindi abbiano un po’ di consapevolezza in più, il pettegolezzo serpeggia infido. Una delle caratteristiche del pettegolezzo è quella di avere vita breve e di essere velocemente rimpiazzato da un nuovo vociare, come dice efficacemente il protagonista di Video Gir Len, noto manga giapponese:
Si dice che i pettegolezzi durino da Natale a Santo Stefano, ma anche un giorno è troppo!
Non per questo però fa meno male e mette meno a disagio, senza contare che ci sono situazioni in cui una stessa persona viene presa di mira per anni e finisce per essere sommersa dalle malelingue.
Riconoscere il pettegolezzo
Il primo passo per un ufficio “gossipfree” è quello di riconoscere davvero cosa sia classificabile come pettegolezzo e cosa no. Immagina di assistere ad una conversazione tra due tuoi colleghi ed esamina il loro comportamento e le parole che dicono; se il tono è amichevole e chi parla, anche quando espone qualcosa di negativo, non sembra affatto ossessionato dall’idea di trovare un difetto in un altro membro dello staff e mantiene il discorso su un piano, tutto sommato, oggettivo, sei di fronte ad una normale discussione tra colleghi. Se, invece, chi parla ti dà la netta sensazione di essere in cerca di un pubblico cui raccontare qualcosa di esplosivo e, magari, abbassa il tono della voce (sia per non farsi udire da tutti che per concentrare ancor di più l’attenzione su di sé), potresti essere testimone dell’avvio di un pettegolezzo. Ne avrai la certezza quando sarà messa sul piatto la credibilità o la professionalità di qualcuno che non è presente alla conversazione e il tutto sarà infarcito di dettagli, spesso personali, che con il nucleo del discorso hanno poco a che fare, ma che creano un’immagine negativa della persona di cui si parla. Alla base del pettegolezzo c’è in genere nient’altro che una ricerca di attenzione e l’errata convinzione che la vita debba essere vissuta come una gara uno contro tutti.
Quando nel mirino ci sei tu
Se la persona presa di mira sei tu, sicuramente troverai la situazione sgradevole, ma devi innanzitutto cercare di non farti travolgere dai sentimenti. Per quanto spiacevole, il pettegolezzo resta quello che è, ovvero una voce, un’insinuazione, una sciocchezza malefica che nulla ha a che fare con quello che sei davvero. Reagire d’impulso non è d’aiuto e, anzi, alimenta il bisogno di attenzione di chi ne è il responsabile. A proposito del responsabile, la prima cosa che devi fare, è cercar di capire chi sia e non è un’impresa facile perché, passando di bocca in bocca, il pettegolezzo si sarà ormai modificato e ingigantito prima di giungere alle tue orecchie.
Rispondi con i fatti
Per rispondere ad un pettegolezzo, devi scoprire anche da cosa è originato; magari c’è un’antipatia nei tuoi confronti generata dai recenti successi che hai ottenuto e il collega che lo ha diffuso si è sentito defraudato. Può darsi che abbia ragione ad essere irritato e questa è una cosa che devi capire prima di affrontarlo, perché scoprire se c’è alla base della voce un briciolo di verità, ti permetterà di essere più oggettiva nella risposta e di attenerti ai fatti. Questa è infatti l’unica arma che hai per annientare un gossip e devi potenziarla cercando in tutti i modi dati oggettivi che rafforzino la tua posizione.
Se il pettegolezzo riguarda altri
Il diffondersi di pettegolezzi mina sempre la serenità di un ambiente di lavoro quindi, anche quando non sei tu il bersaglio dei “gossippari”, cerca di bloccare la diffusione di false notizie. Evita di dar seguito alle voci che ti arrivano all’orecchio e, quando un collega ti affianca con fare complice e cerca di confidarti qualcosa, bloccalo subito; puoi dirgli chiaramente che a te il gossip proprio non interessa o puoi essere più sottile dicendo che non ti senti di discutere di una persona non presente in quel momento e che riprenderete certamente il discorso non appena sarete tutti presenti. Se ti accorgi che, in concomitanza con una riorganizzazione dell’azienda, iniziano a fiorire i pettegolezzi, cerca di placare gli animi; in questo caso la ragione va probabilmente ricercata nella paura data dall’incertezza: magari mancano tutte le informazioni (in genere queste cose vengono gestite ai piani alti e ai dipendenti non resta che accettare quel che viene) e si è quindi diffusa la voce di una raffica di licenziamenti in arrivo. Monitora le comunicazioni interne e i bollettini aziendali e condividi le informazioni certe con i tuoi colleghi; quando la tensione si fa alta, chiedi un intervento del superiore che spieghi a che punto è la trasformazione in atto e cosa succederà.
Affronta la fonte del gossip
Se hai capito chi mette in circolazione le voci, puoi affrontarlo direttamente, meglio se in una situazione protetta e a porte chiuse. Uno degli approcci consigliabili è quello più cauto, che non ti porta ad accusarlo direttamente di qualcosa, ma a chiedergli, alludendo velatamente al gossip che ha diffuso, cosa lo turba e lo preoccupa davvero. Ovviamente dovrai poi renderti disponibile ad aiutarlo, qualora le sue preoccupazioni dimostrino di avere un fondamento. Quando invece il gossip è semplicemente un modo perverso di godere delle altrui difficoltà, puoi parlare apertamente e far presente che sai perfettamente che è lui l’origine di tutto e che deve smetterla o riporterai la questione all’attenzione della persona presa di mira e, successivamente, del responsabile o del superiore. In genere chi diffonde pettegolezzi è debole e insicuro e non di rado si tirerà indietro.
Prevenire è meglio
Fai sempre attenzione a come ti relazioni con i colleghi: se è vero che un ambiente disteso e amichevole favorisce il lavoro, è altrettanto innegabile che quelli con cui condividi l’ufficio sono colleghi e non amici; sono cioè persone che spesso conosci solo in quello scenario e non sai mai se e quanto ti puoi fidare. Quindi evita di lasciarti andare in confidenze, di parlare troppo di te o di farti scappare qualche lamentela sul capo; anche se si tratta di innocui sfoghi sul lavoro come quelli che tutti abbiamo, non sai mai quali orecchie li ascolteranno e potresti pentirtene. Tutto ciò che appartiene alla tua sfera privata deve restare tale, compresa l’eventuale relazione con un membro dello staff o, peggio ancora, con il tuo capo; gli amanti del gossip da scrivania non aspettano altro che poter sparlare di cose di questo genere. L’ideale sarebbe che l’azienda adottasse una politica dichiaratamente contraria al pettegolezzo, ma questa è una cosa su cui, se non hai un ruolo di direzione, non puoi intervenire direttamente; puoi però avanzare, con molta cautela, una richiesta ai piani alti: in fin dei conti, è nell’interesse di tutti che il lavoro possa svolgersi senza simili (e dannose) distrazioni.
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