È stato uno dei protagonisti indiscussi dell’ultima edizione di Pechino Express e il suo nome, famosissimo in Cina, continuerà a far discutere anche in Italia. Stiamo parlando di Christian Kang Bachini, l’attore toscano che ha gareggiato nell‘adventure game di Rai Due con la coppia degli Espatriati, arrivati secondi sul podio finale. Noi di Target Donna abbiamo avuto il piacere di incontrare Kang, che ci ha rivelato qualche aneddoto sulla sua avventura a Pechino Express e i suoi progetti futuri.
Cosa ti ha insegnato l’esperienza a Pechino Express?
“Più che avermi insegnato qualcosa mi sentirei di dire che Pechino Express mi ha fatto riscoprire molte cose. Partecipando ad un programma come questo, un programma che si basa per la sua totalità sul rapporto tra i concorrenti in gara e i luoghi che visitano e le popolazioni autoctone che li abitano, Pechino Express ti mette a contatto con una realtà dove i valori fondamentali che dovrebbero essere alla base dell’esistenza di ognuno di noi, diventano gli elementi fondamentali che determinano il tuo progredire nel viaggio. Durante questa gara devi avere fiducia nell’altro, devi avere fiducia nella semplicità di chi ti ospita nella speranza che non si faccia cattive idee su di te, idee da cui potrebbe scaturire un po’ di diffidenza o addirittura paura di trovarsi ad aiutare qualcuno che non è chi dice di essere. Pechino Express ti mette di fronte a situazioni dove puoi appurare a pieno l’onestà, lo spirito di altruismo e la fiducia delle persone. In un mondo dove ormai si tende a pensare solo ai beni materiali, dove l’altruismo inizia a non essere più visto come una virtù ma più che altro come uno “stupido” difetto e via dicendo, Pechino Express ti fa riscoprire come invece certi valori siano fondamentale per la vita di ognuno di noi. Con Pascal non ci conoscevamo, ci siamo ritrovati insieme in questa grande avventura e ci siamo accorti di avere caratteri e strategie assolutamente agli antipodi. Però abbiamo avuto fiducia l’uno nell’altro, con rispetto e spirito di squadra e alla fine siamo arrivati a diventare la coppia più forte di questa edizione e ad avere raggiunto un record nella storia del programma, con quattro bonus vinti e tre vittorie di tappa. Grazie a Pechino Express ho riscoperto quindi anche quanto sia a volte importante avere fiducia nelle persone che ti stanno accanto, sul lavoro o nella vita privata che sia”.
Dopo l’avventura a Pechino Express, senti ancora Pasquale o altri concorrenti del programma?
“Il rapporto che avevo un po’ con tutti i concorrenti durante Pechino Express era decisamente ottimo e già durante le riprese si erano create molte amicizie e simpatie. Ovviamente però, come sempre succede, finita questa bellissima esperienza ognuno di noi ha ripreso la sua strada e il suo lavoro e mi sento di dire che nel mondo del cinema e dello spettacolo in generale è molto complicato restare in contatto con tutte le persone che si incontrano o con cui capita di lavorare. Un’esperienza come Pechino Express però ti porta a vivere insieme agli altri avventure che in qualche modo lasciano un segno indelebile nelle tua memoria e quindi danno vita a legami molto più forti anche di quelli che si possono creare sul set di un film ad esempio. Con Pasquale è nata una bella amicizia e siamo ancora in contatto e magari prevediamo in futuro anche qualche collaborazione a livello professionale. Con altri concorrenti come Roberto Bertolini, Piero Filoni, Pico Rama, Laura Forgia e Giulia e Fariba poi siamo rimasti in contatto e ogni tanto ci sentiamo, sperando che magari gli impegni di ciascuno ci diano prima o poi la chance di ritrovarsi nel medesimo posto al medesimo tempo per prendere un caffè insieme o magari per una cena in ricordo delle bellissime avventure che abbiamo vissuto. Philippe Leville degli Stellati mi ha invitato poi a visitare un suo ristorante ad Hong Kong, invito che mi ha fatto grande piacere ricevere e che non mancherò di onorare appena rientrerò in Cina. Con Ciccio Sultano ci sentiamo su Twitter, con Luca Tommassini ci siamo risentiti su Instagram e anche con Pinna ogni tanto chattiamo via WhastApp. Anche con Andrea Fachinetti poi abbiamo in piano di incontrarci a Roma per discutere di cinema e possibili collaborazioni”.
Chi è stata la concorrente più bella di questa edizione di Pechino Express?
“Inizio dicendo che essendo io fidanzato su questa domanda non posso sbilanciarmi molto, onde evitare ire di tale entità da rendere anche il mio Kung Fu insufficiente a difendermi! Scherzi a parte direi che questa edizione ha visto tutte concorrenti femminili bellissime e caratterizzate da una bellezza ognuna molto personale e peculiare e, cosa più importante, non esclusivamente esteriore. Paola e Fariba sono due donne non solo bellissime ma anche caratterizzate da una grinta interiore pazzesca e che credo sia trasparita al cento per cento durante il programma. In una donna io guardo molto anche alla sua interiorità, al suo cuore e alla sua personalità, cose che per me valgono tanto quanto l’aspetto esteriore se non di più. Loro in particolare hanno incarnato alla perfezione questo mix di bellezza e interiorità diventando non a caso anche un simbolo molto potente di questa edizione. Inoltre non si può non parlare del fascino di Giulia Salemi che credo sia palese ed inequivocabile, così come la bellezza e la simpatia di Laura ed Eleonora e di Naike Rivelli”.
Che idea ti sei fatto delle donne del Sud America?
“Onestamente qui mi sento di dire che vista la continua corsa che dovevamo affrontare e la stanchezza del viaggio credo di avere avuto poco tempo per farmi un’idea ben precisa sulla cosa. Parlando per le persone che ho incontrato, le madri, le donne di casa, le business woman che ha volte ci hanno dato passaggi e via dicendo, mi sentirei di dire che le donne sudamericane sono sicuramente dotate di grande altruismo e grande solidarietà. Quando ci trovavamo ospiti anche nelle famiglie più povere venivamo trattati come dei veri e propri figli e veniva fatto di tutto perchè non ci mancasse niente. Oltretutto direi che sono dotate anche di grande spirito goliardico e di un grande spirito competitivo. Durante un passaggio ad esempio, dove a guidare trovammo una madre che stava compiendo un viaggio con il figlio teenager, non mi scorderò mai della grinta con cui lei spingeva sull’acceleratore pur di farci restare in testa. Grande voglia di aiutarci al meglio delle possibilità e grande spirito competitivo, dato che anche lei era presissima dal concetto di questa gara”.
Ti piacerebbe continuare a lavorare per la tv italiana?
“Dipende. Io sono nato nel cinema e quindi è quella la realtà in cui mi trovo più a mio agio e dove anche le mie idee possono trovare sicuramente la dimensione più idonea ad essere sviluppate. La televisione però sta diventando sempre di più un mezzo di comunicazione fondamentale, basti pensare agli Stati Uniti dove alcune serie tv ormai rivaleggiano in termini di qualità e di storia anche con i grandi film per la sala. Parlando per la tv italiana devo dire che ha sicuramente degli spunti interessantissimi e degli aspetti che mi piacerebbe esplorare. Ad esempio sono sempre stato un grande fan di programmi come Turisti per Caso ed un tempo, mentre mi trovavo in Cina, mi era venuto in mente di proporre ai conduttori storici della serie un revival con me al loro fianco per esplorare parti dell’Asia ancora misteriose e sconosciute ai più. Visto il mio spirito di adattamento e la propensione ad entrare in contatto diretto con le popolazioni locali come è accaduto anche durante Pechino Express, penso potrei dare un contributo importante portando lo spettatore a contatto con la realtà più intima e reale appunto di molti luoghi. Quando visito un luogo o un paese amo andare ad esplorare la quotidianità delle persone che vivono in quel determinato posto. Quindi documentari, avventura e simili possono essere sicuramente un percorso televisivo che mi piacerebbe seguire. Riguardo a serie TV, invece, adesso si parla di progetti molto interessanti come la serie basata sul personaggio western di Django, che amerei sicuramente interpretare ed esplorare in una veste moderna mettendo magari anche al servizio del personaggio il mio bagaglio di esperienze in campo di cinema d’azione. Poi c’è un idea per un reality basato sulle arti marziali che stavo considerando: insomma, i presupposti per continuare anche un lavoro in Tv in parallelo al mia carriera cinematografica direi che ci sono tutti”.
Il prossimo progetto sarà con Luca Argentero, di cosa si tratta? E come ti sei trovato a lavorare con lui?
“Sì, il progetto più vicino nel tempo probabilmente è proprio quello al fianco di Luca. Con Argentero abbiamo pensato ad un revival nel vero senso della parola del nostro genere storico dei polizieschi, unito allo stile di cinema orientale e quindi di arti marziali ed un’azione più volta all’effetto spettacolare. Il nostro progetto sarà un po’ una fusione di generi quindi ma le cui fondamenta saranno quelle della Buddy Comedy. La storia parlerà di due poliziotti completamente diversi l’uno dall’altro, io un agente dell’Interpol cresciuto in Cina e quindi molto quadrato e votato all’azione e Luca invece un Ispettore di Roma un po’ scombinato e pasticcione, che si troveranno costretti ad unire le forze per sgominare una gang di Yakuza giapponese colpevole di alcuni omicidi avvenuti nella Chinatown romana. Ci sarà quindi grande commedia e molte risate unite ad un atmosfera un po’ pulp e noir dove non mancheranno scene d’azione eclatanti e combattimenti al fulmicotone. Vedendo come in Italia questa cultura del genere d’azione sia ancora dormiente, se non snobbata, dagli addetti ai lavori, anche se ormai posso dire ancora per poco dopo il mio ritorno, sono stato molto sorpreso di come Luca abbia preso a cuore il progetto e di come sia cresciuta in lui un’eccitazione via via sempre più grande all’idea di cimentarsi in questo genere. Ho trovato una persona molto simile a me, che lavora con grande meticolosità e precisione ma al tempo stesso spinta da una vera passione”.
Sei conosciuto principalmente per film sulle arti marziali, come riuscire a convincere una donna a vedere questo genere di film (Sai di solito, preferiscono i polpettoni romantici…)?
“A questa domanda non saprei come rispondere. In Cina sono un icona action e un eroe dei kung fu movies eppure grande parte del mio fanbase è al cento per cento femminile. In Cina le ragazze adorano andare a vedere film d’azione, adorano vedere eroi che portano sullo schermo valori puri come amicizia, onore, rispetto ed amore, e che rischiano la vita per dei fini eroici appunto. Ovviamente non disdegnano le commedie romantiche ma i duri del cinema restano sempre al primo posto nei loro cuori e la cosa ovviamente mi fa grande piacere. In Italia non so esattamente come funzioni, di sicuro i polpettoni romantici hanno la meglio, per il momento, ma al cinema vedo sempre le sale piene anche di ragazze durante proiezioni di film horror o dell’ultimo Fast and Furious. Secondo me comunque per convincere una donna ad andare a vedere un film di arti marziali devi prima di tutto convincerla che il personaggio protagonista del film ha un grande cuore ed è diverso dal classico Rambo che si limita magari ad uccidere orde di nemici sparando con un mitra. Penso sia fondamentale portare sullo schermo i cosiddetti eroi belli e dannati, duri come l’acciaio fuori ma al tempo stesso con un cuore d’oro. Personaggi spinti dall’amore, dall’amicizia, e che lottano per fare trionfare questi valori”.
Tre qualità che ti colpiscono in una donna?
“Simpatia, spirito di adattamento, determinazione e voglia di raggiungere i propri obiettivi. Queste sono qualità per me fondamentai nel carattere di una donna e tre elementi a cui faccio sempre grande attenzione. La simpatia prima di tutto perchè ritengo che una persona capace di regalarti sempre un sorriso sia dotata di un brio e di una vivacità interiore assolutamente fuori dal comune. Spirito di adattamento perchè amo le donne forti, che non si spaventano di fronte al fatto che magari devono uscire senza trucco o che non hanno problemi ad avventurarsi in una bella scampagnata in un bosco anche dopo un acquazzone che ha reso il terreno una poltiglia fangosa. Amo le donne combattive e un po’ guerriere dentro. Determinazione e quindi ambizione nel raggiungere i propri obiettivi poi per lo stesso motivo. Amo le persone che hanno un sogno nel cassetto e che hanno la forza di lottare per raggiungerlo. Ci sono donne che si accontentano e donne che invece ambiscono a realizzare comunque ciò che si sono prefisse. E se posso aggiungere una quarta qualità, direi la creatività”.
Visto che sei fidanzato con una ragazza cinese, quali sono le differenze e le somiglianze tra donne cinesi e quelle italiane?
“Le donne sono uguali in ogni paese e quindi è difficile fare una distinzione. Così come in Italia, in Cina esistono donne più emancipate, business women e donne in carriera. Donne di casa felici solo di avere un bravo marito e dei figli. Tutto molto simile quindi. L’unica grande differenza che posso riuscire a trovare tra donne cinesi e donne italiane è il diverso approccio mentale che le donne in Cina hanno nei confronti della vita. Ho sempre riscontrato grande rilassatezza, grande ottimismo nei confronti della vita in tutti i suoi aspetti. Amore, lavoro, amici, e tutte le dinamiche ad essi legati sono vissute con molta semplicità e grande spirito zen. Meno ansie, meno paure e molta più fiducia. E aggiungo che le donne in Cina sono ancora molto legate ai valori più tradizionale e ambiscono a cose che magari per noi sembrano cose scontate o addirittura passate. Per una donna cinese la cosa più importante è trovare l’amore, una persona che la rispetti e che la ami e con cui poter costruire una famiglia. Sogni molto semplici, quindi, ma fondamentali”.
Che tipo sei in amore?
“Molto romantico e decisamente protettivo. Sul romanticismo la mia ragazza avrebbe forse qualcosa da ridire ma è questione di vedute. Per via del mio lavoro e dei miei continui impegni magari non ho sempre l’occasione di dimostrarglielo e la capisco. Io però sono un romantico vecchia scuola. Per me romanticismo significa fare una passeggiata al tramonto e poi stendersi su un prato a guardare le stelle abbracciate l’uno all’altra. Essere romantico per me è strettamente legato all’intimità delle due persone, a quei momenti dove esiste solo la persona che ami e nient’altro. Protettivo per il fatto che nella mia vita, all’interno della mia esistenza, la persona che amo è per me la cosa più importante in assoluto. Più del lavoro, più della mia carriera e persino più della mia stessa vita. Sarà forse che crescendo a pane ed eroi di film d’azione romantici e combattivi, e dopo averne interpretati vari, anche io sono diventato come i personaggi dei film che amo. Ma se mi chiedessero se sarei pronto a sacrificare la mia vita per salvare la persona che amo, direi si senza pensarci due volte. Oltre a questo ci tengo poi ad essere sempre il top in tutto quello che faccio. Far si che un amore sia completo e sempre acceso significa arrivare al punto in cui tu non puoi fare a meno dell’altra persona.Non abbiamo bisogno dei cosiddetti momenti di “solitudine” o di “libertà” l’uno dall’altro. Ci sentiamo sempre liberi solo quando siamo insieme. E questo credo sia una grande conquista”.
Tra dieci anni dove speri di essere?
“Spero di essere sul set dell’ennesimo film d’azione e di arti marziali di alta classe in Italia, magari questa volta co-prodotto non solo con la Cina ma anche con Hollywood. Spero di essere sempre nel mezzo di situazioni adrenaliniche e con la mia ragazza che mi viene ad incontrare sul set per portarmi qualcosa di prelibato che ha cucinato per allietarmi la dura giornata. Spero di poter uscire dal set la sera e di trovare fuori ad aspettarmi tanto amici e follower che mi ringraziano per aver ormai consolidato la rinascita di un nuovo filone di film d’azione anche in Italia. Lo devo a tutti quelli che mi seguono qui e che fanno il tifo per me. E a riprese finite poi via, di nuovo a riposo nella mia bella Shanghai che ormai è la mia casa. Seduto sul letto circondato dai miei gattoni e dai miei cani e abbracciato alla mia ragazza a guardare un film”.
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