Quella causata dal Papilloma Virus è forse l’infezione più comunemente riscontrata nelle donne sessualmente attive e, anche se di norma si risolve spontaneamente e non provoca particolari fastidi, esiste una piccola percentuale di casi in cui origina lesioni al collo dell’utero che possono classificarsi come precancerose ed evolvere in cancro entro 15-20 anni. Silenzioso, spesso non rilevato e trasmissibile per via sessuale, contro questo agente infettivo i normali mezzi di prevenzione non sono totalmente efficaci, ma per arginare il contagio iniziale è stato formulato un vaccino che potrebbe, se efficace, rendere immuni le giovanissime (11 – 12 anni) cui è indirizzato. Il Ministero della Salute ha lanciato ormai da qualche anno una campagna di vaccinazione gratuita, non obbligatoria, a favore delle bambine in età prepuberale, ma l’iniziativa non ha riscosso solo plausi e, anzi, ancora oggi in molti nutrono forti dubbi.
Come agisce il vaccino
Secondo quanto riportato dal Ministero, il vaccino interrompe la concatenazione tra infezione, insorgere di lesioni pretumorali e tumore, agendo sul virus HPV e impedendo che la contaminazione diventi cronica e quindi potenzialmente pericolosa. Come avviene per l’influenza e relativo vaccino, anche in questo caso, il rimedio non è efficace per tutti i ceppi di HPV esistenti. Si conta che in natura ve ne siano almeno 120, ma solo alcuni di essi possono causare lesioni maligne e su questi si concentra l’azione del farmaco. In commercio sono disponibili due diverse formulazioni del vaccino HPV: la bivalente è attiva contro il Papilloma Virus di tipo 16 e 18, riscontrati nel 70% dei casi di tumore; la quadrivalente è efficace anche contro i ceppi di tipo 6 e 11 che, in genere (con una ricorrenza pari al 90% delle pazienti), causano lesioni benigne come i cosiddetti condilomi, sorta di verruche di origine infettiva che talvolta compaiono in area genitale. Inoltre, specifica il Ministero, entrambi i vaccini danno una seppur limitata protezione anche contro gli altri ceppi del virus.
Quando fare il vaccino HPV
L’efficacia del vaccino è maggiore se viene somministrato prima dell’avvenuto contagio e, considerando il modo in cui si diffonde l’HPV, ciò coincide con l’età prepuberale, quando cioè l’attività sessuale non ha ancora avuto inizio. Il target individuato dalla campagna ministeriale è quello delle bambine che entrano nel 12° anno di età, alle quali è offerta gratuitamente la somministrazione, scandita in programmi a due o tre fasi a seconda che il vaccino iniettato sia bi- o quadrivalente. Dopo i 12 anni, la vaccinazione può essere comunque effettuata su iniziativa privata, acquistando il farmaco dietro prescrizione medica.
Le polemiche: il fronte del no
Sebbene a prima vista la creazione di un vaccino contro il Papilloma Virus possa sembrare una iniziativa da accogliere con grande sollievo, non tutte le madri sono disposte a sottoporvi le proprie figlie, sia perché temono che la prevenzione venga percepita dalle giovanissime come un via libera ad una vita sessuale un po’ scriteriata, sia perché non sono pochi i medici che si oppongono, prove alla mano, alla decisione del Ministero. Quella che viene maggiormente lamentata è una assunta inefficacia del vaccino, dato che esso copre, come visto, solo alcuni tra i ceppi più diffusi e che i suoi effetti, verificabili solo in età adulta, non eliminerebbero comunque la necessità di eseguire periodicamente un pap-test. Si segnalano inoltre alcuni casi di gravi reazioni al vaccino, ai quali i giornali hanno dato molta rilevanza, mentre dal dicastero preposto ci si è affannati a smentire subito un legame diretto con l’iniezione contro l’HPV. Certo è che le paure dei genitori sono, se non giustificabili, quantomeno comprensibili se è vero che, come si denuncia, il farmaco immunizzante non è stato testato a sufficienza ed è stato messo sul mercato privo delle necessarie garanzie. Tra allarmismo e verità, non è facile decidere e, anche se ogni vaccino porta con sé alcune reazioni allergiche e non per questo viene sospeso su tutta la popolazione, i dati che arrivano anche dall’estero sugli effetti collaterali del vaccino HPV sono poco rassicuranti.
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