Cercare lavoro non è più un affare privato e, grazie al web e alla possibilità di tessere relazioni e collezionare contatti creando un proprio network di conoscenze, trovare un impiego temporaneo o il lavoro della vita diventa una questione da affrontare in gruppo, con la speranza di risultati concreti.
L’unione fa davvero la forza?
Il gruppo, come aggregazione di persone che condividono gli stessi interessi o gli stessi problemi, è utilizzato come unità operativa in molti settori, dalla medicina all’organizzazione del lavoro, perché permette di stimolare risorse e reazioni altrimenti sopite nel singolo e, grazie alla messa in comune delle capacità e delle caratteristiche peculiari di ciascuno, consente il raggiungimento di risultati altrimenti insperati. Ciò vale anche nella ricerca del lavoro: là dove da soli si arranca, gli altri arrivano in soccorso, condividendo notizie, annunci di lavoro e dando suggerimenti. Una sorta di brainstorming, simile a quello che avviene nelle riunioni aziendali, in cui ciascuno partecipa apportando il suo specifico contributo. Funziona davvero? Difficile a dirsi, anche se l’attenzione di tutti i big del settore sulle dinamiche del social recruiting, lasciano pensare che, almeno nel prossimo futuro, sarà la piazza virtuale a farla da padrone. Per ora, il quarto rapporto sul tema pubblicato da Adecco, la nota Agenzia per il Lavoro, non restituisce dati rassicuranti: nel 2014 solo il 7% degli occupati ha trovato lavoro tramite Linkedin e Facebook.
I gruppi su Facebook e Linkedin
I gruppi nati sui social network per la ricerca del lavoro, si caratterizzano per la capacità di mettere in relazione tra loro persone molto distanti fisicamente e con una situazione economica, familiare e lavorativa molto diversa, favorendo incontri che nella realtà difficilmente avrebbero luogo. In essi si ritrovano capi e sottoposti, imprenditori ed insegnanti, un mix davvero variegato, ma che forse è proprio l’ideale per agevolare il transito di informazioni, specie da un luogo all’altro, considerando che la rete rende praticamente irrilevante la lontananza. I lati negativi sono tutti legati alla virtualità dell’aggregazione, che in qualche misura rende difficile la condivisione di offerte e proposte di lavoro che siano qualcosa in più del lavoretto estivo o dell’impiego temporaneo, almeno nella maggior parte dei gruppi su Facebook. Qualche buon risultato si raggiunge nel caso di gruppi territorialmente connotati, legati cioè ad una specifica città o provincia: in questo caso le possibilità aumentano, perché ad essere coinvolti sono anche i piccoli imprenditori locali. Un discorso a parte vale per Linkedin, social network si, ma dedicato alla vita professionale e quindi, proprio per sua vocazione, più adatto a veicolare informazioni relative al mercato del lavoro. In questo caso, almeno nelle intenzioni, le relazioni interpersonali tramutate in rete e contatto online, corrispondono a quelle reali, quindi sarà sì possibile venire a conoscenza di un’offerta di lavoro in un dato settore a cui è dedicato il gruppo a cui siamo iscritti ma, per accedere alla selezione, servirà comunque l’invio del curriculum tramite il sito, eventualmente accompagnato dalla presentazione di chi ci conosce per aver lavorato con noi.
La formula innovativa dei Job Club
A metà tra il recupero delle relazioni interpersonali dell’era ante-Facebook e l’evoluzione dei gruppi social, i Job Club sono presenti in molti Paesi, compreso il nostro, già da qualche anno, ma sono ancora una realtà di nicchia e forse proprio per questo possono funzionare. L’idea su cui si basano è tanto semplice quanto intuitiva: sfruttare tutto il potenziale dei rapporti umani che si possono stringere con le altre persone in cerca di lavoro. Secondo quanto emerge dai dati sugli occupati, una percentuale molto elevata di chi ha trovato lavoro, ci è riuscito solo grazie all’aiuto di parenti e amici, che hanno consentito una circolazione mirata del curriculm, mentre il numero di coloro che hanno seguito i canali convenzionali della ricerca, anche utilizzando siti appositi e agenzie interinali, è davvero sconfortante ed è ben sotto la soglia del 10%. A ciò corrisponde quindi un buon numero di posti di lavoro che gli ideatori di Job Club definiscono “nascosti”, cioè non raggiungibili senza le conoscenze adeguate. La soluzione? Ampliare il giro delle conoscenze e mettere a disposizione degli altri, quelle che non sono utili per il successo personale, perché relativi ad ambiti o località cui non si è direttamente interessati. Il passo in più, o la deviazione che dir si voglia, rispetto ai gruppi dei social network, sta nel fatto che l’incontro tra gli appartenenti al medesimo Club, avviene davvero, in carne ossa. Ogni Job Club è organizzato su base territoriale e ad iniziativa dei singoli, senza spese o obblighi particolari e può essere aperto da chiunque: il sito, oltre ad un’accattivante infografica e alle testimonianze di chi ha provato, fornisce tutte le informazioni necessarie attraverso una guida esplicative, che contiene anche alcuni interessanti esercizi di preparazione.