Partiamo da una premessa, tanto ovvia quanto doverosa, piangere in ufficio è una cosa che non si dovrebbe mai fare, ma che talvolta capita, inutile negarlo o nasconderselo. Passiamo talmente tanto tempo al lavoro che prima o poi la vita privata sconfina e travolge anche le relazioni professionali. Non sempre è un male, è vero, a volte mostrarsi più umani aiuta ad alleggerire le tensioni con i colleghi, ma scoppiare in un pianto a dirotto non è esattamente una cosa piacevole per nessuno e certo non aiuta, creando spesso imbarazzi. Ciò detto, quando l’onda del magone ti prende ed è così forte da fregarsene dell’orario, del luogo e della presenza del tuo capo, non puoi fare altro che cercare di gestire la situazione.
Libera il mostro
Hai il labbro tremulo, tiri su col naso e gli occhi ti luccicano come quelli di una bambina davanti all’ultimo modello della Barbie, quindi non prendiamoci in giro, sei sull’orlo dell’esplosione in lacrime e non puoi nasconderlo. Quindi, lascia il freno e piangi, togliti il problema e risparmia ai tuoi colleghi tutta la serie di mugolii, sospiri e scuotimenti del capo che a noi donne vengono così bene. Ne abbiamo proprio tutto un repertorio nel patrimonio genetico, non lo facciamo apposta: quando cerchiamo di trattenere una crisi di pianto attiviamo tutta una serie di “bat segnali” che, probabilmente, la natura ha definito per indurre l’uomo a farsi carico del nostro dispiacere, lasciando libero dal peso il resto del creato. Ma l’ufficio non è casa e i tuoi colleghi non hanno alcun obbligo nei tuoi confronti. Quindi, se devi piangere fallo e non pensarci più.
Non cercare il conforto delle colleghe
Se stai piangendo per motivi personali, è buona educazione e segno di rispetto per gli altri, evitare di coinvolgerli nella rottura con il tuo compagno o nei tuoi problemi familiari. Anche perché quello è un confine che, una volta superato, non può essere varcato in senso opposto: una volta scoperchiato l’accesso alla tua vita privata, chiunque in ufficio potrà dire la sua, intrufolarsi in ciò che non lo riguarda e, cosa di gran lunga peggiore, decidere di fare lo stesso e raccontarti la sua vita, in una concatenazione infinita di confidenze e aperture di cui, francamente, nessuno sente il bisogno.
Mai cercare inoltre il contatto visivo con le colleghe, sperando nel conforto e soccorso nella solidarietà femminile, mentre gli uomini dell’ufficio già stanno pensando a quanto era bello quando esseri così delicati e sentimentali potevano godere della protezione esclusiva delle pareti domestiche. Le tue colleghe non cederanno al richiamo della lacrima ed è probabile che ti scontreresti soltanto con sguardi sfuggenti e alzatine di spalle, finendo comunque per affrontare in solitudine il pianto e l’imbarazzo conseguente. Meglio farlo dall’inizio no? Guarda in basso e piangi sui tuoi piedi. Se piangi perché il capo ti ha fatto una lavata di capo, invece, la soluzione è a portata di mano: prendi il cestino della merenda e torna di corsa a casa dalla mamma. Non siamo più a scuola, i rimproveri sul lavoro capitano, sei adulta ora e devi fare come fanno tutti, cioè sopportare e piangere come una fontana appena varcata la soglia di casa.
Se proprio devi, fallo con stile
Se prevedi di scoppiare in lacrime in ufficio prima o poi, ricordati di esercitarti e di acquistare scorte abbondanti di mascara waterproof: probabilmente nemmeno tu sai quando accadrà, non farti trovare impreparata. Ogni sera prova davanti allo specchio le espressioni da pianto, magari butta lì un commento su tua suocera per alzare un polverone e concluderlo con un bel pianto, tanto per rendere tutto più realistico. Controlla bene che, quando piangi, gli angoli della bocca vadano verso il basso con un movimento lento e armonioso e che lo facciano in sincrono con l’aggrottarsi delle sopracciglia e se ciò non accade esercitati fino a raggiungere la perfezione.
Ah, dimenticavo! Li hai comprati i cleenex nel box? Sono un accessorio fondamentale per una scena di pianto degna di questo nome, quindi acquistali e tienili a portata di mano sulla tua scrivania. Sicuramente è un impegno, ma ne vale la pena per la resa finale. Lo stesso dicasi per il trucco giornaliero, che deve essere accurato, ma non troppo (perché curarlo cercando la perfezione se hai intenzione di distruggere l’opera piangendo entro un paio di ore?) e rigorosamente con prodotti resistenti all’acqua perché va bene struggersi, ma mai rinunciare alla propria femminilità.
Esci dalla stanza
Al di là dei motivi che ti stanno facendo piangere, alzati immediatamente ed esci dalla stanza. In primo luogo perché stai mettendo in imbarazzo tutti i presenti che sicuramente non sanno se guardarti, ignorarti, soccorrerti o rinchiuderti nell’armadio della cancelleria; in secondo luogo per te, che travolta dall’onda dell’emozione, ti accorgi solo ora di quello che è successo e ti rendi conto di essere scoppiata in lacrime davanti a tutti. Il momento della realizzazione può essere traumatico, quindi stai calma, respira a fondo e non peggiorare la situazione agitandoti o adottando atteggiamenti eccessivi o finto-autoironici, perché l’unica cosa che otterresti starebbe quella di sembrare grottesca.
Al di là degli scherzi, non è successo niente di irreparabile e seppur raramente, può capitare, inutile cospargersi il capo di cenere. Alzati dalla tua postazione ed esci un momento, consapevole del fatto che appena sarai uscita, gli altri parleranno di quanto accaduto. Sciacquati il viso, beviti un caffè e considera che non è una situazione irreparabile e può avere dei risvolti positivi. Non ci credi? Per cominciare stai facendo una pausa non regolamentare approvata tacitamente da capo e colleghi mentre tutti sono al lavoro e poi, nei prossimi giorni è probabile che tu riceva un trattamento privilegiato e che ti lascino persino il tempo di finire il tuo lavoro prima di assegnartene altro. Nessuno vorrà toccare le tue corde sensibili, considerando la tua reazione e ti tratteranno con i guanti, almeno fino a che non capiranno che piangevi perché avevi sbagliato l’abbinamento dello smalto con il tuo outfit.
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