Le crisi di rabbia nei bambini iniziano a manifestarsi attorno ai due anni di età, ma possono insorgere anche successivamente, quando qualcosa nella vita del bimbo cambia generando in lui uno smarrimento, un’ansia che riesce a gestire solo scoppiando a piangere, picchiando, buttandosi per terra e mordendo. I genitori sono ovviamente sconvolti di fronte a queste crisi così violente e che possono anche durare a lungo. In questi momenti nulla sembra riuscire a tranquillizzare il bambino, neppure l’abbraccio della mamma. Anzi, spesso è proprio la figura materna ad esserne penalizzata in quanto la rabbia del figlio si scatena contro di lei.
Perché si scatena la rabbia?
Rispondere a questa domanda è molto complicato in quanto le situazioni sono molteplici e si può solo fare una classificazione dei motivi principali, ma ogni caso andrebbe analizzato singolarmente.
Attorno ai due anni il bambino inizia a “sentirsi” come un individuo a sé stante, non più un “prolungamento” della mamma. Da qui nasce il bisogno di mettersi alla prova, di vedere quanto riesce a fare e ad ottenere dal mondo che lo circonda. Ecco che allora prova a salire sullo sgabello nel tentativo di prendere la macchinina che tanto gli piace. Subito la mamma interviene e gli dice più o meno severamente di non farlo perché è pericoloso. Il bambino però voleva capire quello che era in grado di fare, per acquisire autostima e fiducia nelle proprie capacità. Così iniziano i capricci che possono portare a scene di rabbia vere e proprie.
Altro discorso è quando le crisi di rabbia appaiono attorno ai sei anni. Improvvisamente, senza un motivo particolare, il bimbo inizia ad essere capriccioso e ad urlare, gettare gli oggetti a terra, tirare calci soprattutto verso la madre. Le crisi si ripetono sempre più di frequente e tutta la famiglia ne viene penalizzata: i fratellini che si spaventano di fronte a queste scenate di collera e i genitori che si sentono impotenti a gestirle. In simili casi bisogna farsi subito alcune semplici domande: cosa è cambiato nella vita del bambino? Cosa sta per cambiare? C’è stato un evento particolare? Un trasloco, un cambio di scuola, la perdita di un nonno, la nascita di un fratellino?
Sicuramente qualcosa emergerà dalla risposta che daremo a queste domande. A volte sottovalutiamo l’ansia che un evento nuovo può scatenarsi in un bambino solo per il fatto che si pensa che i bimbi siano creature portate alla felicità, al gioco, in una parola “spensierate”. Così però non è, perché anch’essi sono dei piccoli adulti in fieri e quindi possono sentirsi spaventati da qualcosa, solo che fanno ancora fatica a verbalizzare le loro paure e se per caso un giorno, attraverso un capriccio, sentono che hanno trovato un certo sollievo a quanto provavano, possono ripetere il capriccio solo per avere il beneficio di sentirsi meglio. Scaricare la rabbia libera endorfine come fare una corsa o mangiare cioccolata. Al cervello arriva il messaggio: facendo questo ora sto meglio e quindi quando mi sento particolarmente preoccupato o teso metto in atto la rabbia.
Che fare? Come intervenire?
Nel primo caso, ossia nei bimbi di due anni, le crisi come sono venute passeranno, perché sono fisiologiche. Il bambino acquisirà autostima e non avrà più bisogno di sfidare l’ambiente di continuo. I genitori possono aiutarlo durante queste scenate standogli accanto, facendo attenzione che non si faccia male ma soprattutto mantenendo la calma perché se ci si mostra scoraggiati, tesi, il bambino capirà che ha un potere su di noi e ovviamente cercherà di utilizzarlo per ottenere quello che vuole. Nel caso di bambini più grandi, si deve sempre cercare di mantenere un atteggiamento di calma apparente anche se magari dentro ci sentiamo in preda allo sconforto.
Bisogna evitare che succeda qualcosa di brutto come un vaso di cristallo che finisce a terra in mille pezzi o i nostri occhiali strappati dal volto e distrutti. Cercate in questo caso di tenere il bimbo abbracciato in modo da bloccarlo. Non serve parlare ma solo far sentire la nostra presenza forte e sicura. Passato il momento peggiore si può tentare un piccolo ragionamento con il piccolo e dirgli che quando si sente così, basta pronunciare una parola “magica” e la mamma lo farà battagliare con dei cuscini, lo porterà in bicicletta, gli farà tirare delle palline. Inoltre, scoperto il reale motivo che scatena la rabbia, si dovrà intervenire su di esso, da soli o facendosi aiutare da qualcuno di esperto.
Prevenire resta sempre la soluzione migliore
In effetti dovremmo essere capaci di cogliere i primi disagi che precedono una crisi di rabbia in modo da distogliere il bambino e dirottando la sua attenzione verso altro. Se si sta arrabbiando perché un gioco non gli riesce, proviamo a proporgli di fare qualcosa d’altro; se inizia ad essere stanco, allontaniamolo da situazioni che potrebbero aumentare la sua stanchezza e farlo “scoppiare”. Vedrete che mettendo in atto questi piccoli accorgimenti, le crisi diminuiranno e finalmente il bambino imparerà a gestire la sua rabbia in maniera più consapevole come un piccolo adulto.
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