Ogni mamma è attenta alla salute del proprio pargolo e mette in pratica tutto quanto è necessario per curarlo quando necessario. A volte, però, a mettere i bastoni tra le ruote è proprio il bambino, che si rifiuta letteralmente di sottoporsi alla visita del pediatra: strilla, piange, si ammutolisce e non coopera rendendo difficili cura e diagnosi. Come comportarsi in questi casi? Ecco quattro semplici consigli che possono aiutare.
Non insistere se non necessario
Anche se sei una mamma molto apprensiva e, come giusto, sei sempre all’erta per proteggere tuo figlio dalle malattie, cerca di evitare inutili allarmismi e premurati di portare il bambino dal pediatra solo se è necessario. Indaga con tranquillità i sintomi e annotali in modo da poter dare al medico tutte le informazioni necessarie e non costringere il bambino ad un esame lungo e stressante. Evita di lanciarti in ricerche sul web e diagnosi basate sul nulla: rischi di allarmarti inutilmente.
Una volta stilata la lista, se ritieni necessario un intervento sanitario, contatta il pediatra, esponi la situazione e segui il suo consiglio: se ti tranquillizza e ti dice di non insistere nel voler concordare un appuntamento, riponi in un cassetto le tue ansie e rassegnati; forse tu resterai un po’ preoccupata, ma saprai di aver risparmiato un’occasione di tensione al tuo bambino. Ovviamente questo non vale se tuo figlio ha meno di un anno e non è in grado di dirti espressamente cosa gli succede.
Assicurati che sia il medico giusto
Trovare il medico perfetto, specie per piccoli pazienti, non è certo facile, ma vale la pena di provarci. Il pediatra che fa per te deve essere scrupoloso e competente, ma deve avere anche un atteggiamento adatto. Se tratta tuo figlio come un adulto, probabilmente viene da lui percepito come troppo rigido e poco rassicurante; ciò non significa che sia un cattivo dottore, ma che nel vostro caso non è adatto: il bambino è forse spaventato dall’ambiente e necessita di una figura quasi genitoriale, che sia in grado di tranquillizzarlo e nel contempo visitarlo a fondo ed individuare le cure più adatte al suo caso. Ad esempio, se il bambino rifiuta ogni tipo di medicina da assumere via bocca, tanto da respingere anche il cibo per tutta la durata della cura, dovrà proporvi, se possibile, terapie alternative (siringhe o supposte).
Scopri qual è il problema…
Fondamentale, per muoversi nel modo giusto e trovare la soluzione, è capire cosa spaventa il bambino e per farlo ti servono tanta pazienza e un po’ di buona predisposizione. Non forzare la mano, ma cerca di essere comprensiva: per quanto a te possano sembrare motivi futili di fronte alla salute, per il tuo piccolo hanno grande importanza e sminuire ciò che prova o, peggio ancora, ignorarlo potrebbe influire negativamente anche sull’efficacia delle cure, che sarebbero vissute come un’imposizione e non lo vedrebbero collaborare. Apri le orecchie (e il tuo cuore) e preparati a scoprire cosa lo spaventa: il camice del dottore, lo stetoscopio e gli altri strumenti di diagnosi, le punture e così via.
…e aggiralo
Una volta individuato l’ostacolo, devi cercare di abbatterlo o quantomeno aggirarlo. Se tuo figlio è già nell’età in cui comincia a provare imbarazzo all’idea di spogliarsi davanti ad un estraneo, spiegagli con calma che è normale e che capita anche a te, ma che sai che è necessario per guarire. Cerca inoltre di far sì che il medico sia dello stesso genere di tuo figlio, in modo che si senta a suo agio durante l’esame delle sue condizioni. Per tutto il resto (camice, punture, strumentazione), la via più semplice ed efficace è quella di parlare con il pediatra: se lo hai scelto con cura saprà quanto è importante che il piccolo paziente si senta a suo agio e adotterà con lui tutte le accortezze necessarie.
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