Si sa, ognuno di noi ha il proprio carattere e dimostra a proprio modo le sue emozioni. Ci sono persone più fisiche ed espansive ed altre che, invece, lasciano baci, abbracci e carezze da parte, per il semplice motivo che non vengono loro spontanei.
Ciò, ovviamente, non vale solo per gli adulti, ma anche per i bambini. Eppure, soprattutto durante le grandi riunioni di famiglia, spesso, ci rivolgiamo ai bimbi con frasi di questo tipo: “Su, vai a dare un bacio a zia!”, “Dai, vai in braccio alla nonna e salutala!”. Il pargolo, ogni tanto, accetta di buon grado, altre volte risponde con viso imbronciato e qualche capriccio; nel secondo caso, non avrebbe tutti i torti. Gli psicopedagoghi sono concordi nell’affermare che, obbligare il bambino a compiere gesti di affetto non spontanei, è un grande errore.
Il motivo è che, quando ciò accade, non facciamo nient’altro che esercitare un’autorità non solo sul suo comportamento, ma sul suo corpo. Il corpo, invece, è del bimbo, sta imparando a conoscerlo, a controllarlo, ascoltarlo e gestirlo, togliergli il comando è diseducativo. Ci appropriamo di un potere che non ci appartiene affatto.
Le regole sono riassumibili in tre punti: lasciare al bambino la libera scelta, se non vuole salutare, dovrà poter evitare di farlo; insegnare al proprio figlio delle alternative di saluto, nel caso in cui, quelle tradizionali, non gli piacciano, ad esempio battere il cinque; spiegare alla famiglia che, vostro figlio, sarà libero di salutare o non salutare e nel modo da lui desiderato perché sta acquistando il pieno controllo del suo corpo, che non è più un’unità rispetto al nostro, ora è unicamente suo.
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