Basta trangugiare psicofarmaci, sedativi ed antidepressivi, per curare stress, demenza ed aggressività dovremo solo servirci di uno dei sensi più sottovalutati: l’olfatto.
Ne è convinto Charles Claudianos, genetista e ricercatore presso la Monash University di Melbourne, la più insigne università d’Australia e del mondo, e l’ha voluto dimostrare scientificamente, servendosi delle api. L’olfatto, infatti, è fondamentale, ma spesso non ci rendiamo conto di quanto lo sia anche per la specie umana. Vi è mai capitato di avere deja vu olfattivi? Ad esempio, sentire il profumo delle brioches appena sfornate davanti al fornaio di paese e ricordarsi di quella colazione parigina con un pain au chocolat in una mano e nell’altra la guida del Louvre, odorare il profumo dei giacinti in primavera e ritornare a quando, felici e piccini, li piantavate con le vostre mamme, oppure sentire il profumo di un passante e ricordarsi di papà? Da questi esempi, è facile comprendere come, in effetti, l’olfatto possa incidere sul nostro umore e comportamento.
Il Professor Claudianos ha scelto di testare le sua ipotesi attraverso le api. Esse sono state esposte a diversi odori e ciò ha dimostrato che la lavanda le calma, il profumo di altri fiori attiva la parte del cervello adibita alla memoria e che, associando uno sciroppo a loro gradito ad uno specifico odore, accade qualcosa di molto interessante: le api, ogni volta che vengono esposte a quell’odore, mostrano la lingua in ricordo dello sciroppo offerto in precedenza, anche se gli viene negato.
Così è stato dimostrato come olfatto, memoria e comportamenti assunti, siano strettamente collegati. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista online Nature Communications. Ora l’obiettivo è studiare in che modo l’aromaterapia agisca sul funzionamento del cervello e testare aromi in grado di agire solo sulle parti interessate da alcune patologie, influenzandole, soprattutto quelle legate alla memoria.
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