InGalera è un ristorante milanese inaugurato il 26 ottobre dello scorso anno.
Ha uno chef, Ivan Manzo, dei coperti, 42, una carta dei vini molto ricca ed un menù che mescola tradizione e ricercatezza, in cui il tortino di riso giallo con ossobuco coesiste con vellutata di broccoli con uovo di quaglia e tamburello di pesce spada. Insomma, sembrerebbe un ristorante come molti altri, se non fosse per la location. InGalera è il ristorante ubicato nel carcere di Bollate. Finora è la prima struttura ricettiva aperta in una struttura carceraria. Bollate si trova a pochi passi da Milano e ad ancor meno da Expo. Esso fa parte di un progetto di reinserimento in società dei detenuti.
Il personale, infatti, è interamente formato da persone sottoposte a detenzione, partendo dai camerieri, fino ad arrivare ai lavapiatti. L’articolo 21, infatti, autorizza le persone sottoposte a detenzione a svolgere attività controllate al di fuori dalle mura del carcere. I dipendenti, per ora, sono solo uomini, selezionati, come ha tenuto a precisare il direttore del carcere Parisi, in base al loro curriculum e soprattutto considerando le loro condizioni giuridiche ed i reati commessi.
Il carcere di Bollate, attraverso il sostegno di diverse cooperative, ha sostenuto molti altri progetti di reinserimento. Tutto è iniziato nel 2004, quando è nata l’impresa catering che fornisce servizi sia ad imprese pubbliche che private, poi la scuola di cucina, attraverso il sostegno dell’Istituto Alberghiero Paolo Frisi ed ora anche il ristorante. L’obiettivo è ridurre la distanza tra carcere e società, in modo da garantire un reinserimento nella medesima che non riporti a delinquere le persone, una volta scontata la loro pena.
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