B. T., 26 anni, è una madre surrogata alla diciassettesima settimana di gestazione che sta lottando contro la decisione dei genitori biologici dei tre bambini che porta in grembo.
La sua storia è stata raccontata dal New York Post che l’ha intervistata. Attraverso la fertilizzazione in vitro, alla 26enne sono stati impiantati due ovuli fertilizzati. La speranza era che almeno uno di quei due riuscisse a svilupparsi. Contro ogni statistica medica, entrambi ce l’hanno fatta, anzi, uno dei due si è diviso, generando due gemellini maschi. Nel ventre della ragazza, così, hanno iniziato a crescere, in salute, due maschietti ed una femminuccia. La ragazza aveva deciso di diventare madre surrogata dopo aver letto un post su Facebook, in cui, quelli che poi sarebbero diventati i genitori biologici dei tre bambini, ammettevano con dolore, la loro difficoltà nel diventare papà e mamma.
Fino alla dodicesima settimana, questa coppia di genitori, si è dimostrata molto felice di avere non uno, non due, ma ben tre bambini. Poi, la decisione: la ragazza avrebbe dovuto sottoporsi ad aborto, eliminando il feto di sesso femminile. A giustificazione della decisione presa, i genitori hanno affermato che ciò avrebbe diminuito il rischio di disabilità dello sviluppo. Dopo essersi informata ed essersi sottoposta a visite, la madre surrogata, non ha trovato alcuna conferma in merito alla motivazione presentata lei.
Al New York Post, B. ha dichiarato che lei, sin da subito, aveva fatto presente ai genitori che mai avrebbe accettato di sottoporsi ad aborto, paragonabile, dal suo punto di vista, all’uccisione di un bambino, per lo stesso motivo si è offerta di adottare personalmente la bambina, ma la coppia non è d’accordo. I genitori biologici hanno fatto appello alla clausola presente nel contratto sottoscritto, clausola che dà loro il diritto di ordinare l’aborto di uno dei feti. Dunque, hanno sospeso il pagamento alla mamma surrogata.
La ragazza, infatti, dovrebbe ricevere 25mila dollari per aver portato a termine la gravidanza di un bambino, più 5mila dollari per ciascuno degli altri due feti. La legge della California, Stato americano da cui proviene questa storia, prevede la possibilità di aborto fino alla 24esima settimana.
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