I media, ma negli ultimi anni soprattutto i social, impongono prepotentemente i canoni di bellezza, stabilendo spesso se il nostro corpo è o meno alla moda.
La moda non dovrebbe riguardare altre cose? Come ad esempio vestiti, borse, belle scarpe… e invece ci dicono che il nostro ventre deve avere un solco al centro, che deve esserci dello spazio tra le nostre gambe ed ora anche una piega sulla parte superiore della coscia, quando siamo sedute o in ginocchio. Pur essendo in disappunto con questo tipo di “mode”, in quanto pensiamo che una boy band debba essere alla moda, non certo il proprio corpo, che dovrebbe essere semplicemente in salute, siamo qui a parlare ugualmente di questi fenomeni proprio per sensibilizzare su un argomento che potrebbe assumere risvolti anche pericolosi se portati all’estremo.
Tuttavia, questa nuova “moda” chiamata thighbrows, (in italiano significa sopracciglio della coscia, denominato così per la forma che la piega assume), parola comparsa la prima volta su Elle.com, sembra svoltare su dei nuovi canoni di bellezza del corpo, in quanto presuppone delle gambe più carnose invece che “rachitiche” come quelle delle modelle che vediamo sulle passerelle, ed a farne da stereotipo è proprio una bellezza che si discosta totalmente dallo standard degli ultimi anni: Beyoncé, seguita a ruota da altre celebrities come le sorelle Kardashian-Jenner e Rihanna.
Il thighbrows propone un modello di donna più formosa che, per fortuna, non può avere ripercussioni negative su quelle migliaia di ragazze che si fanno influenzare da queste mode passeggere. Tuttavia, questa mania di voler imporre una moda basata su determinate conformazioni fisiche porta inevitabilmente a chiedersi: è mai possibile che la nostra società abbia una tale ossessione per l’immagine e l’apparenza, da dover ispezionare continuamente i nostri corpi per poter lanciare nuove mode? Quanto è pericoloso questo continuo incitamento verso una forma fisica ideale, che cambia ogni stagione? Non dovremmo imparare ad accettarci e amarci così come siamo? Lasciamo a voi la riflessione.
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