Ad un anno esatto dalla strage di Charlie Hebdo, Parigi è ancora sotto attacco.
Un uomo armato di cintura esplosiva è stato ucciso davanti ad un commissariato di polizia del diciottesimo arrondissement. Siamo nel Nord di Parigi, il luogo è poco distante da Montmartre e dalla basilica del Sacro Cuore. Il Ministro francese degli Interni ha riferito che, prima di essere freddato dagli agenti, l’uomo ha pronunciato le parole di cui, ormai, conosciamo il significato tutti noi: Allahu Akbar (Allah è grande). L’uomo era armato anche di coltello. La polizia ha chiesto agli abitanti della zona di rimanere nelle loro case, tenendo chiuse tutte le finestre, lo riferisce Le Monde. Proprio stamattina, il Presidente francese Hollande, nel corso della cerimonia di auguri di inizio anno alle forze dell’ordine, dopo aver ricordato l’anniversario della strage nella redazione del giornale satirico, ha dichiarato: Il terrorismo non ha smesso di rappresentare una terribile minaccia per il nostro Paese. Poco dopo un altro ipotetico tentativo di attentato ha confermato quanto detto dal Presidente.
Un anno dopo la strage di Charlie Hebdo, l’assassino è ancora in libertà, dopo avere ucciso giornalisti e vignettisti di Charlie Hebdo ai primi di gennaio del 2015, non è stato ancora arrestato. Mitraglietta sulle spalle, vestiti pieni di sangue, sguardo tra l’aggressivo e lo spaventato, l’assassino è rappresentato sotto forma di Dio, un Dio generico, senza religione. È questa la copertina di Charlie Hebdo disegnata da Riss, in edicola il 6 gennaio, distribuita dal settimanale a un anno dall’attacco terroristico. Il titolo? “Un anno dopo, l’assassino è ancora in libertà”.
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