Ormai, fare una telefonata suona anacronistico. WhatsApp, sms e chat, hanno completamente rivoluzionato il modo di comunicare. La parola d’ordine è velocità. Le vita di ciascuno di noi è diventata sempre più frenetica, la rapidità è una dote che ci viene richiesta ovunque ed ecco che ciò, ci ha portato a prediligere l’immediatezza anche nella gestione delle nostre relazioni interpersonali: digitiamo, inviamo ed attendiamo risposta, attesa che deve durare il meno possibile. Ecco perché, anche i messaggi, sono diventati oggetto di ricerche universitarie, essi dicono molto su di noi.
L’Università di Binghamton in particolare, si è soffermata sulla scelta dei segni di punteggiatura. Innanzitutto, coloro che se ne servono sono sempre meno, proprio per la rapidità con cui noi scriviamo agli altri, il che comporta il rischio, sempre più frequente, di incorrere in fraintendimenti. Se vengono utilizzati, essi, possono volontariamente o involontariamente, celare messaggi subliminali o scatenare specifiche reazioni psicologiche nel ricevente. Ebbene, meglio evitare il punto alla fine del messaggio, se non vogliamo apparire duri, freddi, arrabbiati e bugiardi. La ricerca, consiglia di sostituirlo con altri segni di punteggiatura o, molto meglio, con una faccina che comunichi i nostri sentimenti. Ricordiamoci, infatti che, la mimica facciale, è fondamentale per capire l’altro, per non parlare dell’importanza del tono della nostra voce.
Ovviamente, il discorso vale anche all’inverso: se il vostro obiettivo è, tra le righe, far comprendere al nostro interlocutore, che siamo arrabbiati o che stiamo dicendo una piccola bugia, mettete un bel punto alla fine e il messaggio sarà recepito in tutti i sensi.
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