Non è la prima volta che il noto brand di lingerie Victoria’s Secret è sotto i riflettori del web, anzi, il noto brand americano continua a far parlare di sé, scatenando una nuova polemica.
Dopo le critiche per il regime alimentare decisamente rigido a cui sono sottoposti i famosi angeli del noto brand, scoppia il caso di Rain Dove, 26 anni e residente a Brooklyn. Rain è una modella americana che ha deciso di realizzare un progetto volto a stravolgere completamente i canoni di bellezza di Victoria’s Secret. La modella ha un fisico mozzafiato ma i suoi lineamenti del viso sono decisamente androgeni, troppo mascolini per il brand di lingerie più famoso del mondo. Capelli corti e lineamenti marcati, Rain ha deciso di farsi immortalare dal fotografo Sandy Ramirez in biancheria intima nelle stesse pose che assumono gli angeli di Victoria nel catalogo di Natale del 2015. La modella, al Daily Mail, ha dichiarato che:
Le modelle di Victoria’s Secret non vanno nemmeno a fare jogging con i capelli più corti o legati, per loro è troppo sovversivo. Io vorrei dire alla gente che ci sono diversi modi per essere belli, non esiste un unico standard.
Il motivo di tanto movimento intorno al progetto della modella è dovuto al fatto che, una volta effettuati gli scatti fotografici, il volto di Rain è stata sostituito dal viso delle modelle famose, testimonial del brand, come Candice Weanepoel.
Ogni anno vedo Victoria’s Secret promuovere i suoi show con “le donne più belle del mondo”. Durante la mia carriera ho potuto vedere con i miei occhi cosa le persone intendano per “bello”. Non me. Non parlo della maggioranza della gente, ma di una nicchia limitata. E questo deve cambiare. Mi è stato detto a più riprese che avrei potuto fare la modella con alcune parti del mio corpo. Ai pubblicitari per esempio piace l’idea dei miei seni, la linea della vita, le gambe e il collo lunghi. Ma sono letteralmente scoppiati a ridere dinanzi alle caratteristiche del mio volto. Il volto della bellezza ha letteralmente bisogno di cambiare, il che significa che deve cambiare anche il modo in cui pensiamo alla bellezza: è qualcosa che parte da noi. Individualmente, senza nasconderci, ma alzandoci in piedi e dicendo “Io esisto”. E questo, di per sé, è bellezza.
Il vero intento di Rain è infatti quello di ricordare che la bellezza è soggettiva, insomma non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace.
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